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Natura 2000Life

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Questo sito web è il principale servizio alle finalità ed alle azioni del progetto, e sarà basato su due concetti fondamentali: Trasparenza e Partecipazione.
Il tipo d’informazione e il linguaggio utilizzato sarà articolato e variato per renderlo fruibile ai cittadini, ai giovani, ai turisti, al mondo istituzionale, al mondo tecnico-scientifico.

Il sito sarà in italiano e, per le parti e gli aggiornamenti fondamentali, anche in inglese, in francese, in tedesco e in spagnolo.

Per realizzare il sito si terrano in considerazione le indicazioni della Commissione Europea contenute nei documenti “Best practice – a method for dissemination and implementation of project results” e “LIFE-Nature: Communicating with stakeholders and the general public - Best practices examples for Natura 2000” oltre ai documenti guida sulla comunicazione presenti nel sito web europeo LIFE .
Il sito contiene le seguenti sezioni:
1) Informazioni sul Programma LIFE+ e le altre azioni a sostegno dell’ambiente a livello nazionale e comunitario.
2) Informazioni sulla Rete Natura 2000 in generale e nelle aree di intervento con indicazioni sulla fruizione sostenibile dei siti.
3) Informazioni sul Progetto le sue finalità specifiche, le azioni previste e i risultati attesi, il beneficiario, i finanziatori e i realizzatori.
4) Tutti i contatti utili per comunicare con lo staff del progetto (Tel. e-mail, fax e indirizzo);
5) Documenti e materiali informativi prodotti durante il progetto e descritti nella tabella “delilverables”.
6) Link con altri siti di rilevanza e interesse

Il sito è stato realizzato con tecnologie "aperte" ed orientate alla collaborazione, in modo da consentire un facile aggiornamento da parte del personale del progetto.
Verrà arricchito gradualmente con le informazioni, i documenti e le attività via via realizzati.
 

Comunicazione e Materiale divulgativo indirizzato ai frequentatori delle aree prescelte. Il sito del progetto sarà il cardine della Comunicazione, sia relativamente alle attività previste, sia rispetto alla condivisione dei risultati ottenuti.

Il Piano di Comunicazione è uno strumento che consente di programmare e gestire le azioni di comunicazione per il raggiungimento degli specifici obiettivi strategici di comunicazione del progetto.
Sarà finalizzato al perseguimento di tre finalità:

  1. strategica, in quanto aiuterà i partner di progetto nell’attuazione della politica di conservazione a lungo termine dei siti;
  2. facilitazione della convergenza tra le logiche della comunicazione interna e quelle della comunicazione esterna del progetto, favorendo quella che si può definire come comunicazione integrata;
  3. incentivazione  e costruzione di relazioni bidirezionali tra l’organizzazione e il pubblico di riferimento. Si tratta di relazioni consapevoli e costanti nel tempo, non casuali od episodiche, finalizzate alla co-produzione di senso e significati nello scambio comunicativo tra il progetto e i destinatari della comunicazione.

Il piano di comunicazione è inoltre lo strumento di coordinamento di tutti i soggetti coinvolti, delle strategie locali e le azioni di comunicazione che le Amministrazioni metteranno in campo per favorire il raggiungimento dei propri obiettivi di comunicazione.

Il piano di comunicazione, oltre che come strumento, è inteso anche come processo organizzativo che si articola in tre fasi distinte:

  1. pianificazione e redazione, fase in cui si arriva alla stesura del piano;
  2. implementazione, fase della concreta realizzazione e gestione dello stesso nella produzione degli eventi e materiale informativo descritti di seguito nell'azione corrispondente;
  3. valutazione, fase di verifica dei risultati ottenuti, dell’impatto e degli effetti generati sul contesto interno ed esterno al progetto e delle eventuali discrepanze tra questi e gli obiettivi prefissati.

Intendere il piano di comunicazione nella sua dimensione processuale significa non ridurlo a semplice documento che elenca le azioni comunicative dell'ente, ma pensarlo come un processo che attraversa le amministrazioni coinvolte, che coinvolge interamente gli enti e la modifica nelle loro modalità organizzative a lungo termine in modo da poter comunicare correttamente le valenze naturalistiche di livello europeo anche dopo la fine del progetto.

La popolazione in Corsica è ben consapevole dell’importanza delle reintroduzioni, sono stati fatti molti incontri pubblici, vari passaggi televisivi ed articoli sui giornali. In Sardegna la problematica è stata affrontata in diversi incontri pubblici in entrambe le province coinvolte. Gli incontri verranno progettati con un attenzione al coinvolgimento di tutti gli attori locali ( Cooperative, Onlus, PMI) che agiscono nei territori oggetto di attenzione delle azioni progettuali, le attività nelle scuole e gli incontri con i portatori d’interesse coinvolgeranno le popolazioni locali (le aree di progetto sono caratterizzate da una bassissima densità abitativa).

In particolare il piano di comunicazione definirà la grafica da adottare nei vari strumenti di informazioni del progetto, il logo del progetto, dettaglierà gli interventi delineati nel progetto, definirà scadenze specifiche per sottoazioni indicate nella parte D, elencherà i contatti con i quali il responsabile della comunicazione si relazionerà per l’invio di comunicati stampa, la diffusione del progetto presso gli amministrazioni interessate.
Nell’ambito di questa azione verrà elaborata la veste grafica dei prodotti che riporterà il logo LIFE, informazioni generali e di dettaglio su Natura 2000 (compreso Logo) in ottemperanza alle Common provisions e ai documenti di guida messi a disposizione nel LIFE website, tra i quali:
“Best practice – a method for dissemination and implementation of project results (2006)” e “LIFE-Nature: Communicating with stakeholders and the general public - Best practices examples for Natura 2000 (2005)”.

Tutti i prodotti progettuali riporteranno il logo della rete natura 2000 e della fonte di finanziamento LIFE, CE.

L’analisi si basa sulla determinazione di una serie di indicatori, raggruppabili nelle seguenti classi:
• indicatori demografici;
• indicatori della struttura economico-produttiva;
• indicatori di fruizione turistica.

La valutazione dei potenziali effetti indotti dalle azioni progettuali verrà eseguita per confronto dei dati di monitoraggio, con lo stato socio economico esistente - fase ante operam - e con riferimento al quadro evolutivo dei fenomeni sociali ricostruito e aggiornato nel corso delle indagini.

Tutti i dati sperimentali del monitoraggio e quelli di avanzamento dei lavori saranno gestiti, organizzati ed elaborati dalla Provincia del Medio Campidano, dal Parc Naturel regional du Corse e dalla Provincia dell'Ogliastra.
Dato l'elevato impatto emotivo della specie, la fase preparatoria del progetto ha previsto altresì la realizzazione di un sondaggio di opinione. Più di 1500 abitanti dell'area di studio saranno intervistati telefonicamente per verificare l'attitudine, la percezione nei confronti della specie e la possibile reazione di fronte ai problemi derivanti dalla sua presenza. Gli intervistati verranno informati che saranno adottate misure di prevenzione dei danni e gestione delle situazioni di emergenza. Questi ultimi provvedimenti saranno adeguatamente e dettagliatamente pianificati.
Un'analisi sulle ricadute economiche sociali e culturali nelle aree di progetto. L'indagine fornisce un quadro comune di conoscenza per la valutazione delle iniziative progettuali e dei benefici che apportano alle comunità e all'economia locale.

L’obiettivo dell’azione D4 è di documentare e monitorare le variazioni dello stato ambientale delle aree d’intervento dopo lo svolgimento delle azioni della Categoria C.  
A fronte di tutti gli interventi previsti, saranno quindi raccolte informazioni di tipo naturalistico (habitat e specie) attestanti la situazione pregressa. Verrà effettuato il monitoraggio durante gli interventi (azioni C4, C5, C6  e C7) ed alla conclusione degli stessi. 
La raccolta di documentazione e la relazione valutativa dello stato post-intervento sarà di responsabilità della Provincia del Medio Campidano che acquisirà tutto il materiale prodotto nel corso dell’azione D4. L’azione D4 sarà svolta per verificare gli effetti (l’impatto) degli interventi a breve-medio termine.  Per ogni area d’intervento saranno raccolte informazioni fotografiche in digitale atte a valutare le variazioni ambientali e paesaggistiche. L’azione D4, mira a monitorare per la durata del progetto le azioni su citate, attraverso  indicatori di realizzazione di progetto e il raggiungimento dei risultati attesi di ogni azione. In particolare si verificherà periodicamente il legame tra azioni proposte, risultati attesi e risultati ottenuti. Si verificherà inoltre la conformità delle modalità di andamento del progetto con la filosofia LIFE+, ovvero la conformità delle azioni con gli obiettivi generali e specifici del Regolamento LIFE+ 614/2007 in corso d’opera per garantire il rispetto del Grant Agreement firmato con la Commissione. Il monitoraggio continuo consentirà la proposta di correttivi in corso d'opera. Gli indicatori  che saranno monitorati sono: la percentuale di realizzazione delle azioni (C4, C5, C6, e C7); le millestones, i deliverables, l'andamento delle spese a essi connessi e l'impatto che le azioni avranno sulla specie d'interesse.
Al termine, nella fase finale del progetto, sarà redata una relazione che illustrerà e analizzerà complessivamente la cronologia degli interventi, la situazione precedente ad essi, le variazioni riscontrate e i risultati ottenuti.
I dati raccolti dai  radiocollari satellitari vengono inviati attraverso la rete GSM,  per mezzo del  fornitore del servizio, direttamente alle postazioni di elaborazione, ove saranno raccolti in un database per essere utilizzati mediante sistemi GIS.

L'analisi dei dati, mediante PC, consentirà di ottenere informazioni sugli spostamenti quotidiani degli animali e sul loro stato di attività. Da queste informazioni sarà possibile estrapolare notizie sulla dispersione dal punto di rilascio, uso dell'habitat per il rifugio e l'alimentazione, eventuali avvicinamenti ad aree antropizzate, ecc.
Nel caso in cui la rete GSM non sia disponibile è necessario scaricare i dati direttamente sul campo. Questo è possibile mediante un'apposita apparecchiatura che agisce a distanza senza bisogno di disturbare gli animali.

L’azione consentirà di avere informazioni  sulle popolazioni di cervi nei siti:
1) Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei – Su Suercone ITB ITB022212 (Provincia Ogliastra)
2) Golfo di Orosei ITB020014 (Provincia Ogliastra)
3) Monti del Gennargentu ITB021103 (Provincia Ogliastra)
4) Monte Arcuentu e Rio Piscinas ITB040031 (Provincia del Medio Campidano)
6) Chênaie verte et juniperaie de la Tartagine FR9402004 (Corsica)
7) Massif de l’Incudine FR9400582 (Corsica)
8) Rivière et Vallée du Fangu FR9400577 (Corsica)

Nel primo anno di attività, nell’area in cui è presente la popolazione dei fondatori, verranno catturati in teleanestesia un numero statisticamente significativo di cervi per un monitoraggio sanitario, da integrare ai dati sanitari già in possesso dall’EFS. Verranno eseguiti esami biologici e sierologici per analisi su malattie batteriche, virali, parassitarie ed esami ematochimici e morfologici.

I Cervi reintrodotti verranno monitorati attraverso osservazioni sanitarie. Queste saranno effettuate sui cervi da traslocare direttamente nel luogo di cattura, attraverso la raccolta delle feci e degli esami parassitologici. E’ necessario iniziare le catture dal secondo anno (2013) e proseguire per tutto il 2017, per un totale di 5 anni. Nel terzo quarto e quinto anno dalla reintroduzione, saranno effettuate catture in teleanestesia (di un numero statisticamente significativo di individui) per ottenere campioni di sangue e altro materiale biologico per esami relativi a malattie batteriche, virali, tossicologiche, parassitarie. Ad ogni cattura verranno prese le misure biometriche degli individui.  Saranno catturati complessivamente 120 cervi, per le finalità in questione, con ogni cautela e tutte le attenzioni per gli individui interessati.

L’azione avrà ricadute sulle popolazioni di cervi nei siti:
1) Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei – Su Suercone ITB ITB022212 (Provincia Ogliastra)
2) Golfo di Orosei ITB020014 (Provincia Ogliastra)
3) Monti del Gennargentu ITB021103 (Provincia Ogliastra)
4) Monte Arcuentu e Rio Piscinas ITB040031 (Provincia del Medio Campidano)
5) Monte Linas Marganai ITB041111 (Provincia del Medio Campidano)
6) Chênaie verte et juniperaie de la Tartagine FR9402004 (Corsica)
7) Massif de l’Incudine FR9400582 (Corsica)
8) Rivière et Vallée du Fangu FR9400577 (Corsica)

Al fine di verificare l’efficacia delle operazioni di reintroduzione, gli individui reintrodotti saranno regolarmente monitorati a partire dalla data di rilascio.

Tutti i cervi saranno muniti di marcature individuali che ne permetteranno la localizzazione e il riconoscimento individuale; in particolare la marcatura mediante radiocollari è da considerarsi prioritaria soprattutto per i primi nuclei di rilascio, al fine di ottenere informazioni in tempo reale sulla sopravvivenza, la dispersione e l’uso dell’habitat degli individui immessi. Tutti gli individui saranno marcati individualmente mediante marche auricolari secondo un codice a numerico e a colori che ne permetta la rapida ed inequivocabile individuazione a distanza.
Le tecnologia attualmente a disposizione, unita a precedenti esperienze di marcatura effettuate negli ultimi anni in altri ambiti di ricerca, permette di indicare nei collari satellitari (GPS) la migliore scelta per la marcatura e il monitoraggio radiotelemetrico degli individui fondatori.
Le motivazioni di tale scelta possono essere riassunti come di seguito:
- il maggior costo iniziale rispetto ai collari tradizionali viene ampiamente compensato dai minori costi di monitoraggio mediante tecniche tradizionali (costi auto, alloggio, compensi economici per gli operatori);
- precisione della localizzazione molto superiore alla tecnica tradizionale;
- possibilità di riutilizzare i collari recuperati dagli animali dei primi nuclei (possibilità reale mediante apposizione di meccanismo drop-off che permette lo sgancio automatico e/o a comando del collare senza prevedere la ricattura dell’animale).
I collari muniti di ricevitore GPS prevedono diverse modalità di trasmissione dei dati, due delle quali sono in particolare appropriate:
- mediante SMS inviato ad un operatore di telefonia mobile mediante rete GSM;
- mediante il trasferimento dei dati (downloading) via radio controllato da un operatore.

Saranno utilizzati radiocollari con le seguenti caratteristiche:
- sistema di ricezione GPS;   sistema di trasmissione VHF per la localizzazione manuale;  sistema di ricezione dei dati GPS mediante frequenza UHF;  segnalatore di mortalità;   drop-off programmabile per lo sgancio della radio.

Termocamere saranno acquistate con l'obiettivo di monitorare la specie nelle aree originarie e di reintroduzione  al fine di valutarne la struttura e la dinamica di popolazione.

Per quanto riguarda i protocolli di monitoraggio è opportuno ricordare che grazie alla tecnologia GPS disponibile è possibile cambiare i protocolli di raccolta dati mediante invio al collare di segnali radio; lo schema di massima previsto è il seguente:
- per indagare la dispersione e la mortalità degli individui rilasciati, si ritiene opportuno effettuare 6 radiolocalizzazioni al giorno;
- per valutare l’uso del microhabitat oppure l’effetto di fonti di disturbo prevedibili (attività venatoria, presenza di ecoturismo) può essere opportuno effettuare serie di radiolocalizzazioni ravvicinate (per esempio ogni 15 minuti) della durata di 24-48 ore una volta ogni due settimane o in occasione della presenza di fonti di disturbo;
- sgancio del collare mediante drop-off dopo 18-24 mesi dal rilascio.

I protocolli di monitoraggio potranno essere variati in funzione di esigenze specifiche e del comportamento degli animali rilasciati. Tutte le informazioni raccolte nel corso del monitoraggio degli animali rilasciati dovrebbero essere organizzate all’interno di sintetiche relazioni scritte, esaurienti e corredate da cartografia idonea, riportanti tutte le informazioni disponibili sui diversi soggetti e su eventuali problemi emersi a partire dalle liberazioni.   Sarà inoltre previsto un controllo a vista mediante mezzi ottici adeguati, utilizzando per la ricerca dell’individuo il segnale VHF del radiocollare (metodo homing) per verificare le condizione fisiche degli individui e cercando di individuare anche gli individui non provvisti di radiocollare.   Nel caso di soggetti deceduti, si dovrà procedere, ove ne sussistano le condizioni, al recupero immediato delle carcasse ed al trasferimento delle stesse al laboratorio veterinario competente per le analisi necroscopiche, al fine della definizione delle cause di mortalità.

Gli interventi di miglioramento forestale riguarderanno in particolare:

  1. Diradamento delle aree interessate da rimboschimenti con prevalenza di conifere come Pinus spp. e Cedrus spp  - queste formazioni artificiali saranno sostituite dalla vegetazione arbustiva ed arborea autoctona, consentendo una maggiore disponibilità trofica in quanto costituita da essenze più appetibili per il Cervo;
  2. Piantagione di specie autoctone anche fruttifere, difese dal morso dei selvatici con appropriati "shelters" all'interno delle aree più vocate - le specie fruttifere garantiranno una maggiore disponibilità alimentare per la fauna selvatica in generale;
  3. Creazione di piccole radure delle dimensioni di max. 0,2 ettari, conseguenti anche alle azioni di diradamento - questo intervento consentirà alle nuove popolazioni di cervo di avere a disposizione più siti di alimentazione all'interno delle aree naturali, limitando la migrazione alimentare degli animali nelle adiacenti aree coltivate.

Questi interventi consentiranno la creazione di popolamenti arborei disetanei a struttura stratificata e l'ampliamento delle aree ecotonali in aree a copertura uniforme, pertanto ambienti più favorevoli come rifugio e aree di alimentazione; mantenere e ripristinare punti d’acqua, abbeveraggio e sorgenti.
Questo è un aspetto importante soprattutto in considerazione del fatto che la siccità dei mesi estivi diventa spesso un fattore limitante per molte specie.
Creazione di aree con piantagioni “a perdere”, per l’alimentazione della specie e dei selvatici in generale, nelle radure e nelle fasce antincendio.

L’azione avrà ricadute sulle popolazioni di cervi reintrodotte nei siti:
1) Supramonte di Oliena, Orgosolo e Urzulei – Su Suercone ITB ITB022212 (Provincia Ogliastra)
2) Golfo di Orosei ITB020014 (Provincia Ogliastra)
3) Monti del Gennargentu ITB021103 (Provincia Ogliastra)
4) Monte Arcuentu e Rio Piscinas ITB040031 (Provincia del Medio Campidano)
5) Monte Linas Marganai ITB041111 (Provincia del Medio Campidano)
6) Chênaie verte et juniperaie de la Tartagine FR9402004 (Corsica)
7) Massif de l’Incudine FR9400582 (Corsica)
8) Rivière et Vallée du Fangu FR9400577 (Corsica)

Questa azione prevede la realizzazione e  l’applicazione di alcune strategie di mitigazione dei danni in corrispondenza dei punti con i maggiori flussi biotici.

Gli incidenti stradali che hanno coinvolto i cervi nel periodo agosto 2008- maggio 2011 nella Provincia del Medio Campidano risultano 10 ma sono sicuramente sottostimati perché non tutti i sinistri vengono denunciati. Nella Provincia del Medio-Campidano, i comuni maggiormente coinvolti sono Guspini ed Arbus. L’andamento stagionale dei sinistri con il cervo presenta un picco nel mese di luglio e due picchi nel mese di settembre e ottobre.

Per quanto riguarda i momenti della giornata più a rischio come tutti gli erbivori selvatici si hanno due picchi di attività all’alba ed al tramonto, momento che coincide anche con una minore reattività da parte degli automobilisti. Per aumentare la sicurezza, sia per gli automobilisti sia per gli animali, è importante prevenire e mitigare gli impatti.

Considerato che la principale causa degli incidenti stradali che coinvolgono la fauna selvatica è la velocità veicolare eccessiva, il sistema più semplice (ed economico) per indurre l’automobilista a ridurre la velocità nei tratti a rischio, consiste nell’installare i cartelli stradali di attraversamento fauna selvatica. Si intende posizionare i cartelli stradali di allerta per la presenza di fauna selvatica solo nei tratti stradali ad alto rischio di collisione, poiché maggiore è la loro diffusione, minore sarà l’attenzione dell’automobilista nei loro confronti. Per aumentarne ulteriormente l’efficacia si intende accompagnarli da un messaggio di dettaglio specificando la lunghezza del tratto di strada a rischio e dotando il cartello di luci a led perimetrali la cui alimentazione è garantita da un pannello solare per renderli particolarmente  visibili nelle ore notturne in cui i cervi sono più attivi. Vanno posizionati all'inizio e alla fine dei tratti critici.
Si intende inoltre applicare i catarifrangenti dissuasori puntuali specie-specifici all’attraversamento adatti alle tipologie di strade provinciali a bassa densità di traffico .
I catarifrangenti sono dispositivi ottici in grado di diminuire sensibilmente gli incidenti causati dalla selvaggina. Verranno installati nei tratti di strada asfaltata dove si è riscontrato il maggior attraversamento di cervi, montati sui delineatori di margine o sulla parte superiore del guard-rail a circa 70 cm dal terreno, alla distanza di 12 – 20 mt metri l'uno dall'altro nei tratti rettilinei e fino a 10 metri nelle curve.
I tratti stradali dove saranno installati tali dispositivi sono 2: uno di 5000 metri e un altro di 10000 metri. All’inizio ed alla fine di ognuno di questi tratti verrà installato un cartello stradale con led luminosi di attraversamento fauna selvatica. All’interno di questi 2 tratti verrà installata la segnaletica antiselvaggina: i delineatori di margine con gli speciali catarifrangenti, ogni 25 metri, per un numero totale di 450 circa. I tratti stradali sono indicati nelle mappa. La luce proveniente dai veicoli in avvicinamento, illuminando i rifrangenti installati su entrambi i lati della strada, viene riflessa nelle aree adiacenti all’altezza degli occhi di un cervo medio - con angoli di riflessione che non risultano visibili e di disturbo all'automobilista - e generano una recinzione ottica di protezione. I cervi nell'area vengono allertati e si immobilizzano o si allontanano dalla recinzione ottica. Quando il veicolo supera l'area, l'effetto ottico di recinzione svanisce, ripristinando le normali condizioni della zona e permettendo alla selvaggina di riprendere la normale attività.
I catarifrangenti devono essere controllati almeno due volte l’anno per verificarne la funzionalità.
Lo sfoltimento della vegetazione è un’azione complementare alla installazione della segnaletica ed in particolare dei catarifrangenti perchè si possa ottenere la massima efficacia. La profondità di sfoltimento nei tratti di strada interessati da attraversamento fauna deve essere di almeno di almeno 5 mt per fare in modo che la rifrangenza prodotta dal cattadiottro illuminato dai fari dell’autovettura non sia schermata dalla vegetazione e per garantire un campo visivo maggiore all’automobilista.
La riduzione della vegetazione presenta dei limiti legati agli alti costi da affrontare (circa € 2,88/mq) e all’attenzione da prestare durante lo sfoltimento alle specie vegetali di particolare interesse naturalistico
Per aumentare i livelli di attenzione dell’automobilista e ridurre gli incidenti stradali sarà utile accompagnare l’istallazione di segnaletica e catarifrangenti con una campagna di informazione pubblica e di educazione stradale. Allo scopo si intende produrre brochures, posters, adesivi, cartellonistica e tutto ciò che si ritiene utile per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.

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